Cassazione penale Sez. V sentenza n. 4847 del 2 febbraio 2024

ECLI:IT:CASS:2024:4847PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nell'ambito del procedimento di prevenzione, può sindacare la motivazione del provvedimento impugnato solo per violazione di legge, essendo precluso il controllo sulla logicità e sulla valutazione delle prove, salvo il caso di motivazione apparente o inesistente. Pertanto, il ricorso per cassazione che si limiti a denunciare il travisamento di elementi di prova o la sottovalutazione di argomenti difensivi, senza dimostrare l'assoluta carenza di motivazione, è inammissibile. Il giudice della prevenzione, nel disporre una misura di sorveglianza speciale, è tenuto a motivare in ordine alla sussistenza di indizi di commissione del reato abituale ipotizzato e alla pericolosità attuale del soggetto, senza che sia necessario un accertamento incidentale sulla fondatezza di eventuali denunce per reati connessi presentate dal destinatario della misura.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta da:

Dott. ZAZA Carlo - Presidente

Dott. MASINI Tiziano - Consigliere

Dott. SGUBBI Vincenzo - Relatore

Dott. RENOLDI Carlo - Consigliere

Dott. BIFULCO Daniela - Consigliere

ha pronunciato la seguente

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
1So.Ni. nato a B il 15/11/1972
avverso il decreto del 21/09/2023 della Corte Appello Di Bari
sentita la relazione svolta dal Consigliere Vincenzo Sgubbi;
lette le conclusioni del PG che ha chiesto dichiararsi inammissibile il ricorso
1. Con il decreto impugnato la Corte di appello di Bari ha confermato il decreto con il quale il Tribunale cittadino aveva imposto a 1So.Ni. la misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, in quanto indiziato del delitto di cui all'art. 612-ò/s cod. pen., secondo la previsione di cui all'art. 4, comma 1, lett.…

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