Il vincolo paesaggistico imposto su un'area di notevole interesse pubblico, ai sensi del D.Lgs. 42/2004 e del D.M. 15 marzo 1958, comporta per l'Amministrazione preposta alla tutela del paesaggio un ampio potere discrezionale di valutazione tecnico-specialistica circa la compatibilità di un intervento edilizio con i valori paesaggistici tutelati. Tale valutazione, sindacabile in sede giurisdizionale solo per manifesta illogicità, irragionevolezza o travisamento dei fatti, deve tenere conto non solo della disciplina urbanistica vigente, ma anche degli specifici criteri di tutela paesaggistica dettati dalla normativa di settore, come quelli relativi alla salvaguardia dei versanti, degli oliveti, dei vigneti e dei terrazzamenti. L'Amministrazione può, pertanto, legittimamente negare l'autorizzazione paesaggistica qualora ritenga che l'intervento proposto, pur rispettando gli indici urbanistici, comporti una sostanziale trasformazione dell'assetto percettivo, scenico e panoramico del contesto paesaggistico tutelato, con la conseguente alterazione dei suoi caratteri peculiari e l'inserimento di elementi incongrui, determinando una deconnotazione e destrutturazione dei luoghi.