Il singolo condomino può eseguire opere che, pur incidendo su parti comuni dell'edificio, siano strettamente pertinenti alla sua unità immobiliare, sotto i profili funzionale e spaziale, senza necessità di preventiva autorizzazione dell'assemblea condominiale, in virtù del combinato disposto degli artt. 1102, 1105 e 1122 c.c. Ciò vale anche per l'apertura di abbaini da parte del proprietario del piano sottostante al tetto comune, ove tali opere siano eseguite a regola d'arte e non pregiudichino la funzione di copertura del tetto né impediscano l'esercizio da parte degli altri condomini dei propri diritti sulla cosa comune, configurandosi come mera modifica e non innovazione della cosa comune ai sensi degli artt. 1120 e 1136 c.c. La natura abusiva delle opere, per difformità rispetto al progetto presentato, non incide sulla qualificazione delle stesse come mera modifica della cosa comune, non richiedendo l'assenso dell'assemblea condominiale. L'amministrazione comunale non può pertanto negare la sanatoria di tali opere in assenza del preventivo assenso condominiale, in quanto tale assenso non è necessario.