Il Comune, nell'esercizio del proprio potere discrezionale di pianificazione urbanistica, può classificare un'area di proprietà privata come "E3 - Aree da restituire alla destinazione agricola e boschiva", anche se essa è attualmente interclusa tra aree edificate e precedentemente adibita ad attività produttiva, purché tale scelta sia adeguatamente motivata in relazione agli obiettivi generali di ricostruzione della rete verde comunale e di tutela ambientale, senza che ciò comporti la violazione del principio di affidamento del proprietario o l'obbligo di indennizzo per la revoca della precedente destinazione urbanistica. La previsione di un piano attuativo per gli interventi su lotti di superficie superiore a 5.000 mq, finalizzata a garantire un ordinato e armonico sviluppo del territorio, non è di per sé illegittima, neppure per le aree già urbanizzate. Il Comune, nel redigere la variante al Piano di Governo del Territorio, non è tenuto a considerare il lotto come già urbanizzato ai fini della limitazione del consumo di suolo, essendo legittimo classificarlo come area da destinare a verde, in coerenza con gli obiettivi generali di riqualificazione ambientale e paesaggistica, senza che ciò comporti la violazione dei principi di cui alla L.R. 31/2014.