Il possesso di una carta di identità elettronica contraffatta, valida per l'espatrio, e l'utilizzo di una patente di guida italiana contraffatta, integrando i reati di cui agli artt. 497-bis, commi 1 e 2, e 477-482, 489, 81 cpv. c.p., sono punibili anche in assenza di prova diretta della partecipazione alla contraffazione, essendo sufficiente la mera disponibilità del documento falso. Tuttavia, la mancata notifica delle conclusioni del Pubblico Ministero al difensore di fiducia nominato dall'imputato detenuto, ai sensi dell'art. 123 c.p.p., comporta la nullità assoluta del procedimento, a prescindere dalla colpa dell'autorità giudiziaria, in quanto l'obbligo di comunicazione grava sull'amministrazione penitenziaria, che deve individuare l'autorità competente anche in assenza o contro le indicazioni del detenuto. Pertanto, la sentenza di condanna deve essere annullata con rinvio ad altra sezione della Corte di Appello per un nuovo giudizio, nel quale dovrà essere assicurata la piena partecipazione del difensore di fiducia dell'imputato.