Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 18234 del 19 aprile 2013

ECLI:IT:CASS:2013:18234PEN

Massima

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Il provvedimento cautelare personale, pur essendo una misura restrittiva della libertà individuale, deve essere applicato dal giudice solo quando sussistano gravi indizi di colpevolezza e concrete esigenze cautelari, valutate in concreto e in modo proporzionale alla gravità del fatto. Qualora tali presupposti vengano meno nel corso del procedimento, il giudice è tenuto a revocare la misura cautelare, anche d'ufficio, in ossequio al principio di libertà personale sancito dalla Costituzione. L'interesse del ricorrente a ottenere una pronuncia sulla legittimità della misura cautelare viene meno quando la stessa sia stata revocata, in quanto la decisione non avrebbe più alcuna utilità pratica per l'interessato. In tali casi, il ricorso deve essere dichiarato inammissibile per sopravvenuta carenza di interesse, senza che ciò comporti la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali o l'irrogazione di sanzioni.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ROTUNDO Vincenz - Presidente

Dott. CARCANO D. - rel. Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

Dott. CAPOZZI Angelo - Consigliere

Dott. PATERNO' RADDUSA Benedet - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 110/2012 TRIB. LIBERTA' di TRENTO, del 14/08/2012;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. DOMENICO CARCANO;

sentite le conclusioni del PG Dott. FRATICELLI Mario per l'inammissibilita' del ricorso per sopravvenuta carenza di interesse.

RITENUTO IN FATTO E IN DIRITTO

(OMISSIS) impugna l'ordinanza del giudice del riesame, censurando la ritenuta sussistenza dei gravi indiz…

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