Il Comune, nell'esercizio della propria potestà regolamentare in materia di commercio su aree pubbliche, può legittimamente prevedere una riserva di posteggi fuori mercato in favore dei produttori agricoli diretti, nel rispetto del principio di libertà di iniziativa economica e di tutela della produzione agricola locale, fissando un limite massimo di tali posteggi riservati, senza che ciò integri una violazione della normativa di settore o dei principi costituzionali. Il Comune, nel disciplinare l'assegnazione dei posteggi fuori mercato, non è tenuto a motivare specificamente le ragioni della riduzione della quota riservata ai produttori agricoli diretti, trattandosi di atto normativo a contenuto generale, per il quale non vige l'obbligo di motivazione ai sensi dell'art. 3, comma 2, della legge n. 241/1990. La particolare tutela riconosciuta ai produttori agricoli diretti per la vendita al dettaglio dei propri prodotti trova un limite nell'applicazione delle disposizioni comunali che regolamentano l'assegnazione dei posteggi su aree pubbliche, anche fuori mercato, in quanto tali produttori sono comunque soggetti alle prescrizioni in materia di occupazione di suolo pubblico. Il Comune, nel ridisegnare l'assetto commerciale delle aree pubbliche, può legittimamente prevedere una riduzione del numero di posteggi riservati ai produttori agricoli diretti, senza che ciò integri una violazione del principio di valorizzazione della produzione agricola locale, in quanto tale obiettivo può essere perseguito attraverso diversi strumenti, quali l'assegnazione di posteggi all'interno dei mercati.