Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così sintetizzato: La responsabilità per danni derivanti dall'esercizio di attività pericolose, ai sensi dell'art. 2050 c.c., presuppone non solo la prova dell'evento dannoso e dell'attività pericolosa, ma anche l'accertamento del nesso di causalità tra la condotta del soggetto agente e il danno subito dalla vittima. Tale nesso causale non può essere desunto in via presuntiva, ma deve essere dimostrato attraverso una valutazione complessiva delle prove raccolte, senza che il giudice sia vincolato a privilegiare determinati mezzi di prova, potendo egli liberamente apprezzare l'efficacia dimostrativa di ciascuno di essi. Pertanto, il giudice di merito può legittimamente escludere la responsabilità del soggetto esercente l'attività pericolosa qualora, sulla base di una valutazione globale delle risultanze probatorie, ritenga non provato il nesso di causalità tra la condotta del convenuto e il danno subito dall'attore, anche in presenza di una presunzione di responsabilità derivante dall'esercizio di attività pericolosa.