Cassazione penale Sez. V sentenza n. 15725 del 9 aprile 2018

ECLI:IT:CASS:2018:15725PEN

Massima

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Il giudice di prevenzione, ai fini dell'applicazione di misure di prevenzione personali nei confronti di soggetti indiziati di appartenenza ad associazione mafiosa, deve accertare in concreto la sussistenza del requisito della attualità della pericolosità sociale del proposto, valutando complessivamente gli elementi originariamente acquisiti, correlati a quelli relativi all'evoluzione della personalità in relazione all'eventuale periodo di detenzione patito ed alle ulteriori emergenze processuali. Pur in assenza di un definitivo accertamento di responsabilità penale per il reato associativo, il giudice può fondare il giudizio di pericolosità attuale su una serie di comportamenti estorsivi ripetuti e perduranti, che dimostrino un elevato grado di stabilità della compartecipazione alla organizzazione criminale, una qualificata ripetitività della condotta, l'assenza di un positivo ripensamento, l'illecita accumulazione di ricchezza, elementi che consentono di validare massime esperienziali e supportano una precisa prognosi di attuale ripetibilità del contributo offerto all'associazione. Ai fini dell'applicazione della misura patrimoniale della confisca, il giudice di prevenzione deve accertare la sproporzione tra il patrimonio del proposto e i redditi dichiarati, tenendo conto di tutti gli esborsi e gli altri acquisti a titolo oneroso compiuti nel medesimo periodo, e determinando il valore dei beni non sulla base degli atti pubblici di compravendita, bensì dei prezzi di mercato. L'onere di allegazione difensiva in ordine alla legittima provenienza dei beni non può essere soddisfatto attraverso la mera indicazione della esistenza di una provvista sufficiente per concludere il negozio di acquisto, dovendo il soggetto sottoposto indicare gli elementi fattuali dai quali il giudice possa dedurre che il bene non sia stato acquistato con i proventi di attività illecita.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SABEONE Gerardo - Presidente

Dott. MAZZITELLI Caterina - Consigliere

Dott. TUDINO A. - rel. Consigliere

Dott. MOROSINI E. M. - Consigliere

Dott. AMATORE Roberto - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso il decreto del 24/10/2016 della CORTE APPELLO di CATANZARO;
sentita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ALESSANDRINA TUDINO;
lette le conclusioni del PG Dr. ((omissis)), che ha chiesto il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1.Con il decreto in epigrafe, la Corte d'Appello di Catanzaro-Sezione Misure di Prevenzione, ha confermato il provvedimento emesso dal Tribunale in sede del 4 febbraio 2015, con il quale e' stata applicata nei confronti di…

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