Cassazione penale Sez. V sentenza n. 1923 del 16 gennaio 2019

ECLI:IT:CASS:2019:1923PEN

Massima

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Il reato di atti persecutori (art. 612-bis c.p.) si configura quando la condotta dell'agente, caratterizzata da molestie e minacce reiterate, cagiona nella vittima un grave e perdurante stato di ansia e di paura, tale da indurla a modificare le proprie abitudini di vita, anche senza che si accerti uno stato patologico irreversibile. A tal fine, la prova dell'evento del delitto può desumersi dalle dichiarazioni della persona offesa, dai suoi comportamenti conseguenti alla condotta dell'agente e dalla stessa condotta, considerandone l'astratta idoneità a causare il turbamento psicologico e il suo concreto profilo in riferimento alle effettive condizioni di luogo e di tempo in cui è stata consumata. Non è necessario che la vittima prospetti espressamente e descriva con esattezza uno o più degli eventi alternativi del delitto, potendo la prova di essi desumersi dal complesso degli elementi fattuali altrimenti acquisiti e dalla condotta stessa dell'agente. Ciò in quanto la fattispecie incriminatrice di cui all'art. 612-bis c.p. non costituisce una duplicazione del reato di lesioni (art. 582 c.p.), il cui evento è configurabile sia come malattia fisica che come malattia mentale e psicologica, essendo sufficiente che gli atti ritenuti persecutori abbiano un effetto destabilizzante della serenità e dell'equilibrio psicologico della vittima.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ZAZA Carlo - Presidente

Dott. MAZZITELLI Caterina - Consigliere

Dott. DE GREGORIO Eduardo - Consigliere

Dott. FIDANZIA Andrea - Consigliere

Dott. RICCARDI Giusepp - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 13/01/2017 della Corte di Appello di Venezia;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. GIUSEPPE RICCARDI;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dr. ((omissis)), che ha concluso chiedendo l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza emessa il 13/01/2017 la Corte di Appello di Venezia ha confermato la sentenza del Gip…

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