La cessione di azienda effettuata nell'ambito di una procedura concorsuale, anche in assenza di una procedura competitiva ai sensi dell'art. 107 L.F., determina l'applicazione dell'art. 105, comma 4, L.F., con la conseguente esclusione della responsabilità dell'acquirente per i debiti aziendali sorti anteriormente al trasferimento, salvo diversa convenzione. Tale effetto purgativo non può essere sindacato dal giudice dell'esecuzione, essendo rimesso alla cognizione esclusiva del giudice della procedura concorsuale ogni valutazione sulla regolarità e sufficiente competitività dell'alienazione disposta dal curatore, in quanto l'affidamento dell'acquirente sulla liberazione dai debiti pregressi costituisce il fondamento stesso della norma di favore dettata dall'art. 105, comma 4, L.F. Pertanto, l'acquirente di un'azienda ceduta nell'ambito di una procedura fallimentare non risponde dei debiti aziendali anteriori al trasferimento, a meno che non sia stata pattuita una diversa convenzione, indipendentemente dalle modalità di espletamento della cessione, le quali possono essere sindacate solo nell'ambito della procedura concorsuale e con i rimedi ivi previsti, essendo precluso al giudice dell'esecuzione ogni accertamento in merito.