Consiglio di Stato sentenza n. 1085 del 2018

ECLI:IT:CDS:2018:1085SENT

Massima

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L'amministrazione competente al rilascio dell'autorizzazione paesaggistica è tenuta a motivare adeguatamente la compatibilità dell'intervento edilizio con il vincolo paesaggistico, esternando l'avvenuto apprezzamento comparativo del contenuto del vincolo e delle rilevanti circostanze di fatto relative al manufatto e al suo inserimento nel contesto protetto. Tale onere motivazionale sussiste non solo in caso di diniego, ma anche in caso di assenso, dovendo l'amministrazione dar conto dell'iter logico seguito per verificare e riconoscere la compatibilità effettiva degli interventi edificatori. L'annullamento dell'autorizzazione paesaggistica da parte della Soprintendenza è consentito per qualsiasi vizio di legittimità, ivi compreso l'eccesso di potere in ogni sua figura sintomatica, ma tale potere di annullamento è soggetto al limite del divieto di effettuare un riesame complessivo delle valutazioni compiute dall'ente competente, tale da consentire la sovrapposizione o sostituzione di una nuova valutazione di merito a quella compiuta in sede di rilascio dell'autorizzazione. Pertanto, qualora l'ente che ha rilasciato l'autorizzazione abbia adempiuto all'obbligo di motivare adeguatamente in ordine alla compatibilità paesaggistica dell'opera, la Soprintendenza non può annullare il provvedimento per una diversa e sovrapposta valutazione di merito, ma deve limitarsi a evidenziare in modo concreto e specifico l'insufficienza della motivazione dell'assenso. Laddove, invece, l'assenso comunale risulti accompagnato da una chiara ricostruzione del bene in oggetto, della relativa collocazione e da una serie dettagliata di prescrizioni aventi caratteri oggettivi di coerenza procedimentale e completezza valutativo-fattuale, ciò costituisce obiettiva e sufficiente attestazione dello svolgimento di una valutazione circa la compatibilità paesaggistica, e l'annullamento della Soprintendenza risulta generico e privo di adeguata considerazione della motivazione concretamente svolta.

Sentenza completa

Pubblicato il 20/02/2018

N. 01085/2018REG.PROV.COLL.

N. 07592/2010 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Consiglio di Stato

in sede giurisdizionale (Sezione Sesta)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 7592 del 2010, proposto da:
Alessandra Mancini, rappresentato e difeso dagli avvocati Franca Sucapane, Antonio Poli, con domicilio eletto presso lo studio Carlo Pereno in Roma, viale dell'Astronomia N. 5;
Mario Mancini, rappresentato e difeso dagli avvocati Francesco D'Apice, Franca Sucapane, con domicilio eletto presso lo studio Francesco D'Apice in Roma, via Girolamo Emiliani, 19;

contro

Ministero Per i Beni e Le Attivita' Culturali, in persona del legale rappresentante p.t., rappresentato e difeso per legge dall'Avvocatura Generale Dello Stato, domiciliata in Roma, via dei Portoghesi,…

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