Il Tribunale Amministrativo Regionale, nel pronunciare la presente sentenza, ha affermato il seguente principio di diritto: L'intervento edilizio consistente nella realizzazione di un manufatto con struttura in cemento armato e copertura a falda, utilizzato come deposito e legnaia, nonché di due tettoie in legno lamellare, non rientra nella nozione di "pertinenza urbanistico-edilizia" e, pertanto, non può essere considerato esente dalla disciplina che richiede il preventivo rilascio del permesso di costruire. Infatti, il manufatto in questione, per le sue caratteristiche strutturali e funzionali, non integra gli estremi della pertinenza, in quanto realizza una autonoma funzione destinata a soddisfare esigenze durevoli nel tempo, oltre a risultare di dimensioni non esigue. Analogamente, le tettoie, pur se realizzate con materiali leggeri e amovibili, non possono essere qualificate come "strutture precarie" ai sensi dell'art. 20 della L.R. n. 4/2003, in quanto non risultano rispettate le prescritte distanze minime dai fabbricati esistenti. Ne consegue che tali interventi edilizi, realizzati in assenza del prescritto titolo abilitativo, integrano una fattispecie di "nuova costruzione" ai sensi dell'art. 31 del D.P.R. n. 380/2001, con la conseguente legittimità dell'ordine di demolizione impartito dall'amministrazione comunale. La motivazione dell'atto amministrativo impugnato, inoltre, risulta adeguata, non essendo necessaria una specifica valutazione delle ragioni di interesse pubblico, né una comparazione con gli interessi privati coinvolti, atteso che, in materia di repressione degli abusi edilizi, vengono in rilievo atti vincolati, per i quali non può ammettersi alcun affidamento tutelabile del privato alla conservazione di una situazione di fatto abusiva.