Cassazione penale Sez. II sentenza n. 6993 del 13 febbraio 2019

ECLI:IT:CASS:2019:6993PEN

Massima

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Il delitto di estorsione si configura quando la condotta minacciosa o violenta, anche se finalisticamente orientata al soddisfacimento di un preteso diritto, si estrinseca nell'annullamento della capacità volitiva della vittima, costringendola a subire la pretesa del reo; al contrario, il delitto di esercizio arbitrario delle proprie ragioni sussiste quando un diritto giudizialmente azionabile venga soddisfatto attraverso attività violente o minatorie che non abbiano un epilogo costrittivo, ma più blandamente persuasivo. Pertanto, la qualificazione giuridica dei fatti deve essere effettuata sulla base della concreta modalità di realizzazione della condotta, valutando se essa abbia determinato l'annullamento della volontà della vittima, ovvero si sia limitata a una più blanda persuasione. La mera esistenza di una pretesa ritenuta legittima dal reo non è sufficiente a configurare il delitto di esercizio arbitrario delle proprie ragioni, essendo necessario che la condotta non abbia assunto caratteri di vera e propria costrizione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. VERGA G. - Presidente

Dott. MESSINI D'AGOSTINI Pietr - Consigliere

Dott. COSCIONI G. - Consigliere

Dott. PERROTTI M. - Consigliere

Dott. RECCHIONE - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 23/04/2018 della CORTE APPELLO di CATANZARO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere, Dott. SANDRA RECCHIONE;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore, Dott. MOLINO PIETRO, che ha concluso chiedendo l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
1. La Corte di appello di Catanzaro confermava la condanna dell' (OMISSIS) …

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