Il coinvolgimento stabile e organizzato di un soggetto in un'associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, con ruolo apicale di promotore, organizzatore e fornitore, integra gravi indizi di colpevolezza per il reato di partecipazione ad associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di droga, anche sulla base di intercettazioni telefoniche, videoriprese, dichiarazioni di collaboratori di giustizia e attività di osservazione della polizia giudiziaria. Tali elementi, unitamente alla contestazione del reato associativo, rendono concreto e attuale il pericolo di reiterazione del reato, giustificando l'applicazione della misura cautelare della custodia in carcere, in assenza di elementi idonei a ritenere adeguate misure meno afflittive. La gravità indiziaria e la pericolosità sociale del soggetto, desumibili dal suo ruolo apicale nell'organizzazione criminale e dalla persistenza delle condotte illecite, costituiscono presupposti sufficienti per l'applicazione della misura cautelare detentiva, in applicazione della presunzione di adeguatezza prevista dall'art. 275, comma 3, c.p.p.