Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 24632 del 21 giugno 2012

ECLI:IT:CASS:2012:24632PEN

Massima

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Il reato di resistenza a pubblico ufficiale (art. 337 c.p.) concorre con il reato di lesioni personali (art. 582 c.p.) quando la condotta violenta posta in essere dall'imputato, causativa di lesioni, è finalizzata a opporsi all'atto di ufficio compiuto dai pubblici ufficiali. In tal caso, la violenza non è fine a sé stessa, ma strumentale alla commissione del reato di resistenza, integrando pertanto anche l'aggravante di cui all'art. 61 n. 2 c.p. Laddove i reati siano riuniti sotto il vincolo della continuazione, l'esclusione di una circostanza aggravante relativa al reato meno grave non comporta necessariamente una riduzione della pena complessiva, essendo rimessa alla discrezionalità del giudice la determinazione dell'incidenza di tale circostanza sul trattamento sanzionatorio, da adeguatamente motivare. La valutazione della prova e la ricostruzione dei fatti operata dal giudice di merito, se sorretta da motivazione congrua e logica, è insindacabile in sede di legittimità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SERPICO Francesco - Presidente

Dott. ROTUNDO Vincenzo - Consigliere

Dott. PAOLONI Giacomo - Consigliere

Dott. PETRUZZELLIS Anna - Consigliere

Dott. DI SALVO Emanue - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) (OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 362/2010 CORTE APPELLO di PERUGIA, del 18/06/2010;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 15/05/2012 la relazione fatta dal Consigliere Dott. EMANUELE DI SALVO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. ((omissis)), che ha concluso per l'inammissibilita'.

RITENUTO IN FATTO

1. Con sentenza del Tribu…

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