Cassazione penale Sez. V sentenza n. 23759 del 31 maggio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:23759PEN

Massima

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Il funzionario pubblico che, nell'esercizio delle sue funzioni, attesta falsamente in atti pubblici circostanze non veritiere di cui è a conoscenza, integra il reato di falso ideologico, a prescindere dalla finalità di favorire o danneggiare altri soggetti. Ai fini della sussistenza dell'elemento soggettivo del reato, è sufficiente il dolo generico, ovvero la volontarietà e consapevolezza della falsa attestazione, senza che sia necessario l'animus nocendi o l'animus decipiendi. La valutazione della sussistenza della consapevolezza della falsità deve tenere conto delle specifiche competenze tecniche e professionali dell'agente, nonché della sua esperienza nel settore, essendo irrilevanti le ragioni soggettive che lo hanno spinto a commettere il fatto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ZECCA Gaetanino - Presidente

Dott. BRUNO Paolo A. - rel. Consigliere

Dott. SABEONE Gerardo - Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso la sentenza della Corte d'appello di Bari del 13/02/2012;

visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

udita la relazione svolta dal consigliere Paolo Antonio BRUNO;

udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. ANIELLO Roberto, che ha chiesto il rigetto del ricorso;

sentito, altresi', l'avv. (OMISSIS), difensore di parte civile, che si e' associato alla ri…

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