Il giudice, nell'applicare la misura di sicurezza della casa di cura e custodia ai sensi dell'art. 206 c.p., comma 1, deve accertare la sussistenza di un elevato grado di pericolosità sociale dell'imputato, derivante da importanti patologie psichiatriche puntualmente descritte da una consulenza medico-legale, che risultino causalmente connesse alle condotte delittuose poste in essere. Tale valutazione deve essere effettuata in modo logico ed esaustivo, considerando l'incidenza delle patologie mentali sulla capacità dell'imputato di comprendere e di determinarsi, nonché l'inidoneità di altre strutture di mera cura a fronteggiare adeguatamente il pericolo di reiterazione di condotte offensive e pericolose per la collettività. L'applicazione della misura di sicurezza, pur incidendo sulla libertà personale, è legittima in quanto necessaria a tutelare beni giuridici primari, nel rispetto dei principi costituzionali e convenzionali, senza che possano essere accolte censure generiche sulla scarsa offensività dei reati o sulla possibilità di un diverso trattamento terapeutico.