Il ricorso straordinario per cassazione ex art. 625-bis c.p.p. è un mezzo di impugnazione di carattere eccezionale, la cui applicazione è tassativamente circoscritta ai soli casi di sentenze di condanna, come espressamente previsto dalla norma. Tale rimedio non è pertanto esperibile avverso provvedimenti diversi dalla sentenza di condanna, come nel caso di specie in cui si contesta un decreto di archiviazione. L'interpretazione analogica o estensiva del suddetto istituto è preclusa in forza del divieto sancito dall'art. 14 delle disposizioni sulla legge in generale, essendo la norma che lo disciplina di stretta interpretazione. Ne consegue che il ricorso straordinario per cassazione è inammissibile laddove manchi il presupposto oggettivo, relativo alla natura e al contenuto della decisione impugnata, nonché quello soggettivo, concernente la legittimazione del soggetto che propone l'impugnazione. Parimenti, non è consentito il ricorso alla procedura di correzione dell'errore materiale ex art. 130 c.p.p. per ovviare all'inammissibilità del ricorso straordinario, trattandosi di rimedi giuridici distinti e non sovrapponibili.