Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 27204 del 12 luglio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:27204PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale che, abusando della propria qualità e posizione, induce taluno a compiere atti contrari ai doveri d'ufficio o a non denunciare reati, promettendo in cambio utilità o vantaggi, commette il reato di corruzione propria, a prescindere dalla concreta realizzazione dell'atto richiesto. Tuttavia, affinché tale reato possa configurarsi, è necessario che il pubblico ufficiale abbia consapevolmente aderito alla pattuizione illecita, essendo a conoscenza degli accordi intercorsi tra il privato e l'eventuale intermediario. In assenza di tale elemento soggettivo, il fatto potrà eventualmente integrare altre fattispecie criminose, come la concussione o la corruzione impropria. Inoltre, qualora il reato risulti prescritto, il giudice dovrà procedere all'annullamento senza rinvio della misura cautelare, non potendo in tale sede accertare l'esclusione della gravità indiziaria.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MANNINO Saverio Felice - Presidente

Dott. GARRIBBA Tito - Consigliere

Dott. CORTESE Arturo - rel. Consigliere

Dott. CONTI Giovanni - Consigliere

Dott. CALVANESE Ersilia - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) DI. GI. MA. N. IL (OMESSO);

avverso l'ordinanza n. 308/2010 TRIB. LIBERTA' di POTENZA, del 25/11/2010;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ARTURO CORTESE;

sentite le conclusioni del PG Dott. DE SANTIS Fausto, che ha chiesto il rigetto del ricorso;

Udito il difensore Avv. Cimadomo, il quale si e' riportato al ricorso e ai motivi aggiunti.

FATTO

A.- Di. Gi. Ma. ricorre a mezzo del difensore avverso l'ordinanza del…

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