Il termine per l'impugnazione di una sentenza contumaciale decorre dalla notifica all'imputato dell'avviso di deposito della stessa, ai sensi dell'art. 585 c.p.p., comma 2, lett. c) e d), e non dalla scadenza del termine determinato dal giudice per il deposito della sentenza, di modo che l'appello proposto entro il termine di 45 giorni dalla notifica dell'avviso di deposito deve essere dichiarato tempestivo. Pertanto, il giudice di appello non può dichiarare inammissibile l'impugnazione proposta entro il predetto termine di 45 giorni dalla notifica all'imputato contumace dell'avviso di deposito della sentenza, in quanto ciò comporterebbe una violazione del diritto di difesa e del principio del giusto processo di cui agli artt. 24 e 111 Cost. La tempestività dell'impugnazione va valutata con riferimento al momento in cui l'imputato contumace ha avuto effettiva conoscenza della pronuncia, attraverso la notifica dell'avviso di deposito della sentenza, e non alla scadenza del termine fissato dal giudice per il deposito della stessa, al fine di garantire il pieno esercizio del diritto di impugnazione. Pertanto, il giudice di appello è tenuto a rimettere gli atti al giudice di primo grado per il prosieguo del giudizio, ove l'impugnazione sia stata proposta entro il termine di 45 giorni dalla notifica all'imputato contumace dell'avviso di deposito della sentenza.