Cassazione penale Sez. III sentenza n. 13721 del 6 aprile 2016

ECLI:IT:CASS:2016:13721PEN

Massima

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Il reato di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti si configura quando vi sia la prova di un vincolo associativo stabile e duraturo, con una ripartizione di ruoli e compiti tra i partecipi, finalizzato all'importazione, al trasporto e allo spaccio di ingenti quantità di droga. Il ruolo di promotore e organizzatore dell'associazione può essere attribuito a chi, pur non essendo il capo indiscusso del sodalizio, svolga un ruolo apicale nell'ambito dello stesso, occupandosi dell'aspetto organizzativo e logistico, fissando i prezzi della droga, curando i pagamenti ai fornitori colombiani, coordinando l'attività dei corrieri e l'immissione della cocaina sul mercato. La mera segnalazione di nominativi di complici non è sufficiente per il riconoscimento dell'attenuante della collaborazione, essendo necessario che la collaborazione prestata porti alla sottrazione di risorse rilevanti ed eviti la commissione di ulteriori attività delittuose. La partecipazione al sodalizio criminoso può essere desunta anche dalla condotta di coloro che, pur non essendo direttamente coinvolti nell'attività di spaccio, si inseriscano nel contesto associativo, occupandosi di aspetti organizzativi e logistici, come l'ospitare i corrieri, interessarsi dei pagamenti, rendersi reperibili per conto degli altri associati. In tali casi, il dolo specifico richiesto per il reato associativo può ritenersi integrato dalla consapevolezza e volontà di contribuire al raggiungimento degli scopi illeciti del sodalizio, senza che sia necessaria la prova di un diretto coinvolgimento nelle singole attività di spaccio. Le minacce subite dagli imputati da parte degli altri associati non configurano la scriminante dello stato di necessità, se non risultano finalizzate a costringerli a delinquere, ma sono piuttosto riconducibili a dissidi sorti nell'ambito del contesto criminale in cui gli stessi già operavano.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FIALE Aldo - Presidente

Dott. DE MASI Oronzo - Consigliere

Dott. MANZON Enrico - Consigliere

Dott. GENTILI Andrea - Consigliere

Dott. ANDRONIO Alessandro - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
(OMISSIS), (OMISSIS);
(OMISSIS), (OMISSIS);
avverso la sentenza della Corte di appello di Perugia del 10 aprile 2013;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e i ricorsi;
udita la relazione svolta dal consigliere Dott. ANDRONIO Alessandro M.;
udito il Pubblico Ministero, in persona del sostituto Procuratore Generale Dott. MAZZOTTA Gabriele, che ha concluso per il rigetto dei ricorsi;
udito il difensore, l'Avv. (OMISSIS).
RITENUTO IN FATTO
1. - Con se…

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