Cassazione penale Sez. V sentenza n. 25942 del 11 settembre 2020

ECLI:IT:CASS:2020:25942PEN

Massima

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Il reato di atti persecutori (stalking) può essere provato sulla base delle dichiarazioni della persona offesa, le quali non necessitano di riscontri esterni, purché siano valutate dal giudice come credibili e attendibili. Lo stato di ansia e di paura della vittima, quale evento del reato, può essere accertato sulla base di elementi sintomatici del turbamento psicologico ricavabili dalle sue dichiarazioni, dai suoi comportamenti conseguenti alla condotta dell'agente e dalla stessa condotta persecutoria, se idonea in astratto e in concreto a determinare in una persona comune tale effetto destabilizzante. Il giudice di merito gode di ampia discrezionalità nella valutazione della credibilità della persona offesa e della gravità della condotta dell'imputato, ai fini della configurazione del reato e della commisurazione della pena, senza che tale valutazione possa essere sindacata in sede di legittimità, salvo che non risulti affetta da manifeste contraddizioni. Il mancato esplicito esame di un motivo di impugnazione non determina necessariamente un vizio di motivazione, potendo tale motivo essere implicitamente disatteso o ritenuto manifestamente infondato. Pertanto, la sentenza di condanna per il reato di atti persecutori può essere fondata sulle dichiarazioni della persona offesa, senza necessità di ulteriori riscontri, purché adeguatamente motivata in ordine alla credibilità della vittima e alla gravità della condotta dell'imputato, anche ai fini della commisurazione della pena.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. VESSICHELLI Maria - Presidente

Dott. ZAZA Carlo - Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - Consigliere

Dott. SCORDAMAGLIA Irene - Consigliere

Dott. BORRELLI Paola - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 04/07/2019 della CORTE APPELLO di CATANIA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere PAOLA BORRELLI;
lette le conclusioni del Sostituto Procuratore generale MARIA FRANCESCA LOY, che ha chiesto dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. La sentenza impugnata e' stata emessa il 4 luglio 2019 dalla Corte di appello di Catania che, decidendo quale Giu…

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