Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 18534 del 13 aprile 2017

ECLI:IT:CASS:2017:18534PEN

Massima

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La partecipazione ad un'associazione di tipo mafioso, accertata sulla base di gravi indizi di colpevolezza, comporta l'applicazione della misura cautelare della custodia in carcere, salvo che non siano acquisiti elementi dai quali risulti che non sussistono esigenze cautelari. A tal fine, rilevano la prova dell'esistenza di un sodalizio criminale di tipo mafioso, operante in una determinata zona e guidato da un soggetto con qualificata "fama" criminale, i costanti contatti tra i partecipi per la pianificazione di reati, il riferimento al capo del sodalizio, l'esistenza di un luogo di incontro nella disponibilità dello stesso, l'atteggiamento di "rispetto" diffuso sul territorio nei confronti del capo, le attività di intimidazione e di "polizia" realizzate attraverso il concorso di più persone. Tali elementi, unitamente alla prova del ruolo dinamico e funzionale del singolo partecipante all'interno del gruppo, desumibile anche dal suo coinvolgimento in specifici episodi criminosi, come il possesso di armi o la partecipazione ad azioni violente, integrano i gravi indizi di colpevolezza richiesti per l'applicazione della misura cautelare, la cui adeguatezza non può essere valutata in relazione a criteri di idoneità, adeguatezza o proporzionalità, stante la presunzione relativa di sussistenza delle esigenze cautelari prevista per il delitto di cui all'art. 416-bis c.p.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PETRUZZELLIS Anna - Presidente

Dott. CRISCUOLO Anna - Consigliere

Dott. CALVANESE Ersilia - Consigliere

Dott. SCALIA Laura - Consigliere

Dott. CORBO Anton - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 28/11/2016 del Tribunale di Reggio Calabria;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e i ricorsi;
udita la relazione svolta dal consigliere Dott. Corbo Antonio;
udito il Pubblico Ministero, in persona del sostituto procuratore generale Dott. Di Leo Giovanni, che ha concluso chiedendo dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso;
uditi, per il ricorrente, gli avvocati …

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