Cassazione penale Sez. V sentenza n. 12006 del 18 marzo 2008

ECLI:IT:CASS:2008:12006PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale che, nell'esercizio delle sue funzioni, attesta falsamente fatti di cui abbia la certezza, integra il reato di falso ideologico in atto pubblico, anche qualora l'attestazione sia diretta a fornire una rappresentazione distorta della realtà a un altro ente pubblico al fine di influenzarne il giudizio. Tale condotta è punibile a prescindere dalla effettiva smentibilità della falsità, in quanto l'atto pubblico ha una propria autonoma efficacia giuridica, distinta dalla mera corrispondenza tra enti. Nella valutazione della pena, il giudice deve tenere conto della gravità del fatto, in particolare della posizione rivestita dall'imputato e della finalità perseguita, senza che ciò integri un vizio di motivazione censurabile in sede di legittimità. L'applicazione retroattiva della lex mitior in materia di prescrizione dei reati è esclusa per i procedimenti in corso nei quali sia già stata pronunciata una sentenza di condanna, in quanto tale scelta legislativa risulta ragionevole al fine di salvaguardare l'efficienza del processo e i diritti dei soggetti coinvolti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FAZZIOLI Edoardo - Presidente

Dott. CALABRESE Renato Luigi - Consigliere

Dott. COLONNESE Andrea - Consigliere

Dott. FUMO Maurizio - Consigliere

Dott. DUBOLINO Pietro - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) PI. PA. , N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 13/01/2006 CORTE APPELLO di NAPOLI;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. CALABRESE RENATO LUIGI;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. Giovanni D'Angelo che ha concluso per il rigetto del ricorso.

uditi i difensori avv. SGAMBATO Claudio in sostituzione dell'avv. STELLATO Giu…

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