Cassazione penale Sez. I sentenza n. 20317 del 15 maggio 2014

ECLI:IT:CASS:2014:20317PEN

Massima

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Il possesso di un coltello a serramanico di modeste dimensioni, utilizzato per la raccolta di funghi, integra una causa di giustificazione del porto di oggetti atti ad offendere, in quanto il "giustificato motivo" ricorre quando particolari esigenze dell'agente siano perfettamente corrispondenti a regole comportamentali lecite relazionate alla natura dell'oggetto, alle modalità di verificazione del fatto, alle condizioni soggettive del portatore, ai luoghi dell'accadimento, alla normale funzione dell'oggetto. Pertanto, il possesso di un coltello di tipo sportivo, utilizzato per la raccolta di funghi, non integra il reato di cui all'art. 4, comma 2, della Legge n. 110 del 1975, in quanto la condotta è giustificata dalla necessità di avere a disposizione uno strumento idoneo per recidere i funghi, attività lecita e corrispondente alla normale funzione dell'oggetto. La valutazione della sussistenza del "giustificato motivo" deve essere effettuata in relazione alle specifiche circostanze del caso concreto, tenendo conto della natura dell'oggetto, delle modalità d'uso, delle condizioni soggettive del portatore e del contesto in cui si è verificato il fatto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GIORDANO Umberto - Presidente

Dott. ZAMPETTI Umberto - Consigliere

Dott. CAIAZZO ((omissis)) - Consigliere

Dott. BONITO F. M. S. - rel. Consigliere

Dott. SANDRINI ((omissis)) - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 4000/2012 TRIBUNALE di MILANO, del 23/01/2013;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 10/04/2014 la relazione fatta dal Consigliere Dott. FRANCESCO MARIA SILVIO BONITO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. D'ANGELO Giovanni che ha concluso per la inammissibilita' del ricorso.

La Corte:

RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO

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