Cassazione penale Sez. I sentenza n. 2723 del 9 settembre 1994

ECLI:IT:CASS:1994:2723PEN

Massima

Massima ufficiale
La disposizione dell`art. 304, comma secondo, cod. proc. pen., prevede un potere discrezionale di sospensione dei termini di durata della custodia cautelare che il giudice puo` esercitare solo quando ricorrano due condizioni: 1) che si tratti di reati indicati nell`art. 407, comma secondo, lett.  a) - cod. proc. pen.; 2) - che il dibattimento sia particolarmente complesso.  La relativa ordinanza deve essere motivata a pena di nullita`; e la motivazione non puo` essere limitata alla generica affermazione dell`esistenza delle due condizioni che rendono possibile la sospensione, ma deve anche riguardare il concreto esercizio di tale facolta`, che deve essere giustificato dalle particolari esigenze previste dalla legge, da indicare specificamente.  Tali esigenze ricorrono soltanto quando la particolare complessita` del dibattimento, nel caso concreto, renda impossibile, senza notevoli difficolta`, la pronuncia della sentenza nel giudizio di primo grado o nel giudizio sulle impugnazioni, entro i termini di custodia cautelare. (In motivazione, la S.C. ha precisato che l`impossibilita` della tempestiva pronuncia della sentenza non puo` essere rilevata senza specifico riferimento alle circostanze che possono prolungare la durata del dibattimento e, pertanto, non puo` essere ritenuta dal giudice prima dell`inizio del dibattimento, con la conseguenza che un provvedimento adottato con anticipo su tale inizio e` del tutto inutile, ancorche` immediatamente faccia nascere l`interesse all`impugnativa, dato che il diritto di impugnazione deve essere necessariamente esercitato entro i termini all`uopo stabiliti, quand`anche, per qualsiasi motivo, gli effetti non si producano subito).     da vedere: Sen 23/03/1994 3520 sez 6 Pen

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