Cassazione penale Sez. I sentenza n. 50434 del 7 novembre 2018

ECLI:IT:CASS:2018:50434PEN

Massima

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Il tentativo di omicidio aggravato è configurabile quando l'azione dell'imputato, valutata ex ante sulla base delle concrete modalità di realizzazione della condotta e del contesto in cui essa si inserisce, risulti idonea a cagionare la morte della vittima, a prescindere dall'effettivo verificarsi dell'evento letale. L'univocità degli atti, quale requisito essenziale del tentativo, deve essere accertata ricostruendo la direzione teleologica della volontà dell'agente, desumibile sia dagli atti esecutivi che da quelli preparatori, in modo da individuare con precisione lo specifico bene giuridico aggredito e concretamente posto in pericolo. Pertanto, l'esplosione di più colpi di pistola da distanza ravvicinata all'indirizzo della vittima, che non hanno cagionato la morte per il repentino gesto di quest'ultima, integra gli estremi del tentato omicidio, in quanto tale condotta risulta idonea a provocare l'evento letale e univocamente orientata a tale scopo, a prescindere dall'effettiva verificazione dell'evento. Inoltre, il riconoscimento fotografico effettuato dalla persona offesa nel corso delle indagini preliminari, se confermato dalla sua deposizione testimoniale in dibattimento, costituisce prova legittimamente utilizzabile ai fini della decisione, in quanto prova atipica la cui affidabilità non deriva dal riconoscimento in sé, ma dalla credibilità della deposizione di chi si dica certo dell'identificazione. Infine, il giudizio di bilanciamento delle circostanze e la determinazione della pena devono tenere conto della gravità oggettiva e soggettiva della condotta, valutata anche in relazione al contesto criminale in cui essa si inserisce, senza che il riconoscimento delle attenuanti generiche possa essere considerato come una benevola concessione del giudice, ma come il risultato di una ponderata valutazione di tutte le circostanze rilevanti ai fini della commisurazione della sanzione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BONITO Francesco M. S. - Presidente

Dott. ROCCHI Giacomo - Consigliere

Dott. DI GIURO Gaetano - Consigliere

Dott. CENTONZE Alessandro - rel. Consigliere

Dott. CAIRO Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
1) (OMISSIS), nato il (OMISSIS);
Avverso la sentenza emessa il 27/04/2017 dalla Corte di appello di Roma;
Sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. CENTONZE Alessandro;
Sentite le conclusioni del Procuratore generale, in persona del Dott. ANIELLO Roberto, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
RILEVATO IN FATTO
1. Con sentenza emessa il 04/05/2016 il Tribunale di Latina giudicava (OMISSIS) colpevole del tentato omicidio aggravato commesso in danno di (OMIS…

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