La clausola compromissoria statutaria che devolve all'arbitrato interno di un'associazione sindacale le controversie insorte nell'ambito del rapporto associativo, ivi comprese quelle relative all'espulsione di un associato, è valida ed efficace, in quanto espressione dell'autonomia negoziale delle parti, che hanno consensualmente inteso sottrarre la cognizione di tali controversie al giudice ordinario, affidandola ad un organismo interno imparziale, quale il Collegio dei probiviri, il quale garantisce il doppio grado di giurisdizione e la tutela della posizione di socio, anche in caso di espulsione. Tale clausola non è nulla per difetto di terzietà degli arbitri o per carenza di legittimazione dell'associato espulso, in quanto lo Statuto prevede adeguate garanzie di imparzialità e di tutela della posizione associativa. Pertanto, l'associato che abbia aderito all'associazione sindacale è vincolato dalla clausola compromissoria statutaria e non può adire il giudice ordinario per impugnare il provvedimento di espulsione, dovendo invece esperire il rimedio previsto dallo Statuto dinanzi al Collegio dei probiviri.