Cassazione penale Sez. II sentenza n. 24855 del 16 giugno 2009

ECLI:IT:CASS:2009:24855PEN

Massima

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Il dolo del reato di ricettazione può essere desunto dalla mancata indicazione da parte dell'imputato delle circostanze concrete e specifiche relative all'acquisto della refurtiva, nonché dalla sua esposizione per la vendita, senza alcuna prova di una provenienza lecita dei beni. Pertanto, il giudice di merito può legittimamente ritenere integrato il dolo del reato di ricettazione sulla base di una motivazione esente da vizi di manifesta illogicità, senza che ciò comporti una inammissibile valutazione alternativa dei fatti di causa riservata al giudice di legittimità. Inoltre, l'omessa motivazione sul mancato riconoscimento dell'ipotesi lieve di cui all'art. 648 cpv. c.p. e l'irrogazione di una pena ritenuta eccessiva, in assenza di una specifica e adeguata censura, non possono essere fatte valere in sede di legittimità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PAGANO Filiberto - Presidente

Dott. NUZZO Laurenza - Consigliere

Dott. MACCHIA Alberto - Consigliere

Dott. DAVIGO Piercamillo - Consigliere

Dott. MANNA Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) AM. LE. N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 24/05/2004 CORTE APPELLO di REGGIO CALABRIA;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. NUZZO LAURENZA;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. GIALANELLA Antonio, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

SVOLGIMENTO DEL PROCESSO

Am. Le. ha proposto ricorso per cass…

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