Il diniego della concessione edilizia in sanatoria per un immobile realizzato in assenza di titolo abilitativo e in area soggetta a vincolo di inedificabilità assoluta è legittimo, in quanto il silenzio-assenso non si forma in presenza di tali vincoli, indipendentemente dall'acquisizione di pareri obbligatori ma non vincolanti, come quello della Commissione Edilizia Comunale o del parere igienico-sanitario. Inoltre, il diniego di sanatoria rientra nella competenza del dirigente comunale e non del Sindaco, in quanto atto di gestione ordinaria e non di indirizzo politico, ai sensi dell'art. 51, comma 3, della legge n. 142/1990, come modificato dalla legge n. 127/1997 e recepito dalla legge regionale n. 23/1998, successivamente all'adozione dell'atto impugnato. Pertanto, il ricorso avverso il diniego di concessione edilizia in sanatoria deve essere rigettato, in quanto palesemente infondato, con condanna del ricorrente al pagamento delle spese di giudizio.