Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 16134 del 11 aprile 2014

ECLI:IT:CASS:2014:16134PEN

Massima

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Il reato di calunnia può configurarsi anche quando l'agente, pur non fornendo dichiarazioni false, omette artatamente alcuni elementi della fattispecie, così da rappresentare il fatto fuori dal suo contesto reale e far apparire come illeciti i comportamenti effettivamente tenuti dall'accusato. Ai fini della sussistenza del dolo del reato di calunnia, è sufficiente la consapevolezza dell'agente circa l'assenza di un diritto o di una situazione giuridica soggettiva in capo all'accusato, anche in assenza di una esplicita contestazione di tale situazione da parte dell'accusato stesso. L'obbligo di motivazione del giudice non richiede un'esplicita valutazione di ogni singolo elemento probatorio, essendo sufficiente che la motivazione consenta di comprendere le ragioni poste a fondamento della decisione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MILO Nicola - Presidente

Dott. LANZA Luigi - Consigliere

Dott. CAPOZZI Angelo - rel. Consigliere

Dott. DE AMICIS Gaetano - Consigliere

Dott. BASSI Alessandra - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 728/2010 CORTE APPELLO di CAGLIARI, del 16/05/2013;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 27/03/2014 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ANGELO CAPOZZI;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. D'((omissis)), che ha concluso per l'inammissibilita' dei ricorsi.

udito il difensore avv. (OMISSIS), che ha chiesto accogliers…

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