Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 26129 del 4 luglio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:26129PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La valutazione della sussistenza delle esigenze cautelari, ai fini dell'applicazione di una misura cautelare, deve tenere conto non solo della gravità delle condotte contestate, ma anche del tempo trascorso dai fatti, delle vicende riguardanti il soggetto interessato e del contesto delinquenziale in cui si sono svolte le condotte stesse. Il lungo periodo di tempo intercorso tra i fatti e l'emissione della misura cautelare fa venir meno la presunzione di attualità delle esigenze cautelari prevista dall'art. 275, comma 3, c.p.p., imponendo al giudice di motivare in modo specifico e logico sulla persistenza di tali esigenze, anche in relazione all'eventuale mutamento delle condizioni personali e ambientali del soggetto. L'aprioristica esclusione di rilevanza di circostanze come il pregresso periodo di detenzione e l'intrapresa di un'attività lavorativa, senza adeguata considerazione dei loro riflessi sull'evoluzione del tasso di pericolosità del soggetto, rende la motivazione illogica e carente.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MANNINO Saverio F. - Presidente

Dott. GARRIBBA Tito - Consigliere

Dott. CORTESE Arturo - rel. Consigliere

Dott. LANZA Luigi - Consigliere

Dott. CITTERIO Carlo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) BO. NU. N. IL (OMESSO);

avverso l'ordinanza n. 233/2011 TRIB. LIBERTA' di CATANIA, del 21/02/2011;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ARTURO CORTESE;

sentite le conclusioni del PG Dott. SPINACI sante, che ha chiesto il rigetto del ricorso.

FATTO

Con ordinanza del 21.02.2011 il Tribunale di Catania rigettava il riesame proposto nell'interesse di Bo. Nu. avverso l'ordinanza del l…

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