Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 2326 del 20 gennaio 2014

ECLI:IT:CASS:2014:2326PEN

Massima

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Il reato di maltrattamenti in famiglia di cui all'art. 572 c.p. richiede una serie abituale di condotte prevaricatrici e violente, espressive di un atteggiamento costante dell'agente di maltrattare o denigrare il soggetto passivo, anche in un arco temporale ampio. Fatti occasionali ed episodici, pur penalmente rilevanti in relazione ad altre figure di reato, determinati da situazioni contingenti e non inquadrabili in una cornice unitaria, non possono essere ricondotti alla fattispecie di maltrattamenti. Pertanto, nel valutare la sussistenza del reato di cui all'art. 572 c.p., occorre accertare la ricorrenza di una pluralità di condotte prevaricatrici e violente, espressive di un atteggiamento abituale e sistematico dell'agente, non essendo sufficiente la mera occasionalità e sporadicità degli episodi contestati, anche se gravi, in un contesto familiare caratterizzato dal progressivo deterioramento dei rapporti interpersonali.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AGRO' Antonio - Presidente

Dott. ROTUNDO Vincenzo - Consigliere

Dott. LEO Guglielmo - Consigliere

Dott. VILLONI Orlando - rel. Consigliere

Dott. DI SALVO Emanuele - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), n. (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 1805/13 Tribunale di Roma, Sez. per il Riesame dell'8/07/2013;

esaminati gli atti e letti il ricorso ed il provvedimento decisorio impugnato;

udita in camera di consiglio la relazione del consigliere dott. ((omissis));

udito il pubblico ministero in persona del sostituto P.G., dott. VIOLA ((omissis)) che ha concluso per il rigetto del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. Con l'ordinanza sopra …

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