Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Il termine di quindici giorni previsto dall'articolo 585 c.p.p., lettera a) per proporre ricorso per cassazione avverso un'ordinanza che dichiara inammissibile l'appello è perentorio e la sua inosservanza comporta l'inammissibilità del ricorso stesso, a prescindere dalla fondatezza dei motivi dedotti. Tale termine, infatti, è posto a garanzia della ragionevole durata del processo e della certezza dei tempi processuali, principi di rango costituzionale che devono essere rispettati anche in sede di legittimità. Pertanto, il mancato rispetto del termine di cui all'art. 585 c.p.p., lettera a) determina l'inammissibilità del ricorso per cassazione, senza che possano rilevare eventuali ragioni di merito dedotte dal ricorrente, le quali non possono essere esaminate in assenza di un valido e tempestivo atto di impugnazione. La declaratoria di inammissibilità del ricorso per cassazione per tardività comporta altresì la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della cassa delle ammende, in applicazione dei principi di sanzionabilità delle impugnazioni manifestamente infondate o meramente dilatorie.