Il diritto di recesso del socio da una società di capitali, previsto dall'art. 2473 c.c., costituisce un principio fondamentale dell'ordinamento societario, volto a tutelare la posizione del socio e a garantirne la possibilità di disinvestire la propria partecipazione in caso di dissenso con le scelte gestionali della società. Tale diritto non può essere limitato o escluso dallo statuto sociale, in quanto rappresenta una prerogativa inderogabile del socio, a tutela della sua libertà di autodeterminazione e della sua autonomia patrimoniale. Il criterio di liquidazione della quota del socio recedente deve pertanto essere determinato in modo equo e proporzionato al valore effettivo della partecipazione, senza che lo statuto possa introdurre modalità di calcolo che ne compromettano irragionevolmente l'esercizio. Il diritto di recesso, infatti, costituisce uno strumento essenziale per preservare l'integrità del patrimonio del socio e per consentirgli di sottrarsi a scelte gestionali con le quali non intende più associarsi, rappresentando un presidio inderogabile a garanzia della sua posizione all'interno della compagine sociale.