Il certificato di idoneità alloggiativa, pur non espressamente previsto dalla normativa di riferimento, costituisce un elemento essenziale ai fini della valutazione e della definizione della procedura di emersione dal lavoro irregolare, in quanto finalizzato a garantire il rispetto delle condizioni igienico-sanitarie e la salubrità delle condizioni alloggiative del lavoratore straniero, in attuazione dei principi di tutela della salute pubblica e di prevenzione della diffusione del contagio da Covid-19. La mancata acquisizione di tale certificato, anche se dovuta a falsità documentale, determina il rigetto dell'istanza di emersione, in quanto comportamento illecito teso ad eludere la legge, fatti salvi i provvedimenti di competenza dell'Autorità Giudiziaria sotto il profilo penale. Inoltre, la mancanza di un documento ritenuto imprescindibile dal legislatore ai fini del rilascio del permesso di soggiorno rende vincolato il diniego di rilascio, rendendo irrilevante il mancato coinvolgimento dello straniero nel procedimento conclusosi con l'impugnato diniego, in applicazione dell'art. 21 octies della legge n. 241 del 1990, in quanto il procedimento non avrebbe potuto avere esito diverso.