Cassazione penale Sez. I sentenza n. 8517 del 21 febbraio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:8517PEN

Massima

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Il giudizio di attuale pericolosità sociale ai fini dell'applicazione di una misura di prevenzione può essere fondato su precedenti penali plurimi e su una recente condanna per gravi reati, senza che ciò comporti violazione di legge o carenza motivazionale, essendo sufficiente il richiamo a tali elementi per ritenere integrati i presupposti di applicazione della misura. Il ricorso per cassazione avverso il decreto della Corte di appello che decide l'impugnazione proposta contro il provvedimento del Tribunale in materia di misure di prevenzione è ammesso soltanto per violazione di legge, non essendo consentito denunciare l'insufficienza o l'illogicità della motivazione, che attiene al merito della decisione. La condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento in favore della cassa delle ammende è conseguenza dell'inammissibilità del ricorso, in applicazione della disciplina prevista dal codice di procedura penale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SIOTTO ((omissis)) - Presidente

Dott. TARDIO Angela - Consigliere

Dott. CAVALLO Aldo - Consigliere

Dott. BARBARISI Maurizio - Consigliere

Dott. LOCATELLI Giuseppe - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) (OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso il decreto n. 26/2011 CORTE APPELLO di REGGIO CALABRIA, del 17/06/2011;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. GIUSEPPE LOCATELLI;

lette le conclusioni del PG Dott. ((omissis)), che ha chiesto di dichiarare inammissibile il ricorso.

RITENUTO IN FATTO

Con decreto del 17.6.2011 la Corte di appello di Reggio Calabria confermava l'applicazione della misura di prevenzione della sorveglianza speciale con obbli…

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