Cassazione penale Sez. II sentenza n. 17323 del 19 aprile 2019

ECLI:IT:CASS:2019:17323PEN

Massima

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Il giudice di merito, nel valutare la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza ai fini dell'adozione di una misura cautelare personale, non è tenuto a compiere un'analisi approfondita di tutte le deduzioni delle parti e a prendere in esame dettagliatamente tutte le risultanze processuali, essendo sufficiente che, anche attraverso una valutazione globale di quelle deduzioni e risultanze, spieghi, in modo logico ed adeguato, le ragioni del proprio convincimento, dimostrando che ogni fatto decisivo è stato tenuto presente. Nella fase cautelare, la nozione di gravi indizi di colpevolezza di cui all'art. 273 c.p.p. non si atteggia allo stesso modo del termine "indizi" inteso quale elemento di prova idoneo a fondare un motivato giudizio finale di colpevolezza, essendo sufficiente qualunque elemento probatorio idoneo a fondare un giudizio di qualificata probabilità sulla responsabilità dell'indagato in ordine ai reati addebitatigli. Gli indizi, pertanto, non devono essere valutati secondo i medesimi criteri richiesti per il giudizio di merito dall'art. 192 c.p.p., comma 2. La scelta e la valutazione delle fonti di prova rientrano tra i compiti istituzionali del giudice di merito e sfuggono al controllo del giudice di legittimità se adeguatamente motivate e immuni da errori logico-giuridici, non potendosi opporre a tali scelte e valutazioni un diverso criterio o una diversa interpretazione, anche se dotati di pari dignità. In tema di intercettazioni di conversazioni o comunicazioni, l'interpretazione del linguaggio adoperato dai soggetti intercettati, anche quando sia criptico o cifrato, costituisce questione di fatto, rimessa alla valutazione del giudice di merito, la quale, se risulta logica in relazione alle massime di esperienza utilizzate, si sottrae al sindacato di legittimità. Nel giudizio di rinvio a seguito di annullamento per vizio di motivazione, il giudice di merito non è vincolato né condizionato da eventuali valutazioni in fatto formulate dalla Corte di cassazione con la sentenza rescindente, spettando al solo giudice di merito il compito di ricostruire i dati di fatto risultanti dalle emergenze processuali e di apprezzare il significato e il valore delle relative fonti di prova. La sussistenza delle esigenze cautelari, anche in presenza della presunzione di legge, può essere desunta dalla spiccata pericolosità sociale dell'indagato, desumibile dallo svolgimento dell'attività delittuosa in favore della cosca sino alla data di emissione della misura, nonché dai rapporti di parentela con altri appartenenti alla cosca, non risultando dirimente, in senso contrario, il mero dato relativo alla attuale detenzione cautelare di altri coindagati.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CERVADORO Mirella - Presidente

Dott. BORSELLINO ((omissis)) - Consigliere

Dott. CIANFROCCA Pierluigi - Consigliere

Dott. DI PISA Fabio - rel. Consigliere

Dott. MONACO ((omissis)) - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 09/10/2018 del TRIB. LIBERTA' di CATANZARO;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. DI PISA FABIO;
sentite le conclusioni del PG Dott. LIGNOLA FERDINANDO il quale ha concluso per l'annullamento con rinvio dell'ordinanza impugnata in relazione al reato di cui al capo 1) e per il rigetto del ricorso in relazione al reato di cui al capo 51);
uditi i difensori dell'indagato Avvocato (OMISSIS) detto (…

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