Cassazione penale Sez. V sentenza n. 12469 del 30 marzo 2010

ECLI:IT:CASS:2010:12469PEN

Massima

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Il reato di falsa attestazione della propria identità personale ai pubblici ufficiali, aggravato dalla condizione di clandestinità dell'agente, non può essere contestato in continuazione con precedenti episodi di false dichiarazioni di generalità, i quali sono rilevanti solo al fine di dimostrare l'effettiva falsità dell'ultima identità dichiarata, senza configurare autonomi reati. La pena va quindi determinata con riferimento al singolo episodio contestato, escludendo l'aggravante relativa all'iscrizione di una precedente condanna sotto falso nome nel casellario giudiziale, in quanto riferita a una diversa falsa dichiarazione di identità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CALABRESE ((omissis)) - Presidente

Dott. CARROZZA Arturo - rel. Consigliere

Dott. AMATO Alfonso - Consigliere

Dott. SANDRELLI ((omissis)) - Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

1) SA. MO. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 1522/2009 TRIBUNALE di TORINO, del 13/03/2009;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 28/01/2010 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ARTURO CARROZZA;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. ((omissis)) che ha concluso per l'inammissibilita', spese e cassa delle ammende.

FATTO E DIRI…

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