L'accoglimento della dichiarazione di astensione del giudice non comporta automaticamente la perdita di efficacia degli atti validamente e correttamente compiuti sino a quel momento, essendo necessaria una valutazione da parte del presidente del tribunale volta a individuare quali atti meritino di conservare efficacia, al fine di contemperare l'esigenza di celerità nell'allontanamento del giudice astenutosi con quella di economia processuale e di ragionevole durata del processo. Pertanto, il provvedimento del presidente del tribunale che, in un arco temporale ravvicinato, prima accoglie la dichiarazione di astensione e poi riconosce efficacia a tutti gli atti compiuti dal giudice astenutosi deve essere considerato come un atto unitario, diretto a realizzare entrambe le finalità ispiratrici della norma di cui all'art. 42 c.p.p., senza che la mancata contestualità tra i due momenti decisionali possa incidere sulla legittimità del provvedimento complessivamente considerato.