Cassazione penale Sez. II sentenza n. 29908 del 14 luglio 2016

ECLI:IT:CASS:2016:29908PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, in materia di misure di prevenzione, afferma che: 1. Il difensore del terzo interessato, non munito di procura speciale, non è legittimato a proporre ricorso per cassazione avverso il decreto che dispone la misura di prevenzione della confisca, in quanto per i soggetti portatori di un interesse meramente civilistico vige la regola per cui "stanno in giudizio con il ministero di un difensore munito di procura speciale", analogamente a quanto previsto per il processo civile. 2. Il decreto della Corte di Appello che decide sul gravame proposto avverso il provvedimento del Tribunale in materia di misure di prevenzione è ricorribile per cassazione esclusivamente per violazione di legge, vizio nel quale è compreso quello della motivazione solo nell'ipotesi in cui essa sia del tutto omessa o apparente, non essendo deducibili gli altri vizi della motivazione previsti dall'art. 606 c.p.p., comma 1, lett. e). 3. In tema di misure di prevenzione, l'appartenenza ad un'associazione di tipo mafioso implica di per sé una latente e permanente pericolosità sociale del soggetto, per cui, ai fini della cessazione dell'attualità di tale pericolosità, occorre acquisire prova certa e rigorosa del recesso del soggetto dal sodalizio criminoso, essendo irrilevante il mero decorso del tempo dall'adesione al gruppo o la mancata concreta partecipazione dello stesso ad attività associative. 4. Ai fini dell'applicazione della misura di prevenzione patrimoniale, la sproporzione tra i beni posseduti e le attività economiche del proposto non può essere giustificata adducendo proventi da evasione fiscale, atteso che le disposizioni sulla confisca mirano a sottrarre alla disponibilità dell'interessato tutti i beni che siano frutto di attività illecite o ne costituiscano il reimpiego, senza distinguere se tali attività siano o meno di tipo mafioso. 5. La pericolosità sociale, oltre ad essere presupposto ineludibile della confisca di prevenzione, è anche "misura temporale" del suo ambito applicativo, per cui, con riferimento alla c.d. pericolosità generica, sono suscettibili di ablazione soltanto i beni acquistati nell'arco di tempo in cui si è manifestata la pericolosità sociale, mentre, con riferimento alla c.d. pericolosità qualificata, il giudice dovrà accertare se questa investa l'intero percorso esistenziale del proposto o se sia individuabile un momento iniziale ed un termine finale della pericolosità sociale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PRESTIPINO Antonio - Presidente

Dott. TADDEI Margherita - Consigliere

Dott. IMPERIALI Luciano - Consigliere

Dott. AIELLI Lucia - est. Consigliere

Dott. D'ARRIGO Cosimo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS) il (OMISSIS);
(OMISSIS), nata a (OMISSIS) il (OMISSIS);
avverso il decreto della Corte d"appello di Milano del 30/10/2015;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione del Consigliere Dott. AIELLI Lucia;
lette le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale che ha concluso chiedendo l"inammissibilita" del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con decreto in data 30/10/2015 La…

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