Cassazione penale Sez. III sentenza n. 23638 del 7 agosto 2020

ECLI:IT:CASS:2020:23638PEN

Massima

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La confisca di denaro, telefoni cellulari e schede SIM disposta in sede di applicazione della pena su richiesta delle parti ai sensi dell'art. 444 c.p.p. richiede una specifica e adeguata motivazione da parte del giudice in ordine al nesso di pertinenzialità di tali beni rispetto al reato accertato, non potendosi desumere automaticamente tale collegamento dalla sola condotta di detenzione di sostanza stupefacente per uso non strettamente personale. Il giudice è tenuto a fornire una pur sintetica ma chiara spiegazione delle ragioni per cui i beni in sequestro possono essere considerati profitto o strumento del reato, non essendo sufficiente il mero riferimento alla fattispecie astratta contestata. La mancanza di tale motivazione determina l'annullamento della confisca con rinvio per nuovo esame.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SARNO Giulio - Presidente

Dott. MARINI Luigi - rel. Consigliere

Dott. CERRONI Claudio - Consigliere

Dott. DI STASI Antonella - Consigliere

Dott. MENGONI Enrico - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 26/06/2018 del GIP TRIBUNALE di TORINO;
udita la relazione svolta dal Consigliere LUIGI MARINI;
lette/sentite le conclusioni del PG, che ha chiesto annullarsi la sentenza limitatamente alla confisca di denaro, telefoni e schede SIM;
udito il difensore.
RITENUTO IN FATTO
Con sentenza emessa in data 26 giugno 2018 ai sensi dell'articolo 444 c.p.p., il G.i.p. presso il Tribunale di Torino ha applicato al sig. (OMISSIS) la pena di tre anni e…

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