Cassazione penale Sez. III sentenza n. 5517 del 10 febbraio 2016

ECLI:IT:CASS:2016:5517PEN

Massima

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Il reato di associazione per delinquere finalizzata all'esercizio abusivo di attività di gioco e scommesse si configura quando vi sia una stabile organizzazione, dotata di mezzi, locali e divisione di compiti, che programmi la commissione di più delitti, anche se omogenei, come l'accettazione di scommesse al di fuori del circuito ufficiale, senza riversarle nel sistema dei Monopoli di Stato. Ciò integra un accordo criminoso per commettere una serie indeterminata di violazioni di legge, che costituisce l'elemento costitutivo del reato associativo, il quale si aggiunge al reato di esercizio abusivo di attività di gioco e scommesse. Il ruolo di promotori e organizzatori nell'ambito di tale struttura criminale può essere desunto dalle conversazioni telefoniche intercettate, dalle attività di osservazione e controllo, nonché dalle dichiarazioni testimoniali, che dimostrino la conoscenza del ruolo svolto da ciascuno degli altri compartecipi e la definizione delle modalità operative, come la percentuale di maggiorazione da accordare agli scommettitori rispetto alle quotazioni ufficiali. Il diniego delle attenuanti generiche può essere motivato con riferimento alla particolare intensità del dolo, desunta dalla reiterazione dei comportamenti penalmente rilevanti e dalla professionalità dell'attività criminosa, senza necessità di esaminare tutti gli elementi favorevoli o sfavorevoli dedotti dalle parti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AMORESANO Silvio - Presidente

Dott. DE MASI Oronzo - rel. Consigliere

Dott. MANZON Enrico - Consigliere

Dott. SCARCELLA Alessio - Consigliere

Dott. ANDRONIO Alessandro Mar - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza in data 22/1/2014 della Corte di Appello di Roma;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed i ricorsi;
udita la relazione svolta dal consigliere Dott. DE MASI Oronzo;
udito il pubblico ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. CANEVELLI Paolo, che ha concluso per l'inammissibilita' dei ricorsi.
RITENUTO IN FATTO
La Corte di Appello di Roma, con sentenza in data 22/1/201…

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