Cassazione penale Sez. V sentenza n. 29355 del 4 luglio 2019

ECLI:IT:CASS:2019:29355PEN

Massima

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Il rilascio di un'autorizzazione paesaggistica sulla base di una relazione tecnica che attesta falsamente la contiguità e l'omogeneità urbanistica di fondi utilizzati per l'accorpamento ai fini della determinazione della volumetria edificabile, integra il reato di falso ideologico in atto pubblico. Ciò in quanto la certificazione di compatibilità ambientale dell'intervento edilizio presuppone, secondo la disciplina sulla cessione di cubatura, il dato ineludibile della contiguità dei fondi interessati, che viene invece celato nella relazione tecnica. La falsa attestazione di tale elemento di fatto decisivo, pur se contenuta in una valutazione di conformità normativa, determina la configurabilità del reato di falso ideologico, in quanto il pubblico ufficiale è vincolato alla verifica di conformità della situazione fattuale a parametri predeterminati dalla legge, la cui violazione integra la falsità. Inoltre, la circostanza che i fondi accorpati siano distanti tra loro e ubicati in zone di diverso pregio paesaggistico, unitamente all'assenza di finalità agricole del progetto, evidenziano la consapevolezza del falso da parte del tecnico e del committente. La perdurante vigenza della normativa regionale che limita l'accorpamento ai soli fondi contigui non è decisiva, atteso che la disciplina sulla cessione di cubatura, di derivazione statale, impone comunque il requisito della contiguità e dell'omogeneità urbanistica dei fondi, indipendentemente dalla normativa regionale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. VESSICHELLI Maria - Presidente

Dott. CALASELICE Barbar - rel. Consigliere

Dott. SCORDAMAGLIA Irene - Consigliere

Dott. MOROSINI Elisabetta - Consigliere

Dott. RICCARDI Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 16/04/2018 della Corte di appello di Lecce;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere ((omissis));
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale, che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. La Corte di appello di Lecce, con la sentenza impugnata, ha confermato la pronu…

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