Cassazione penale Sez. V sentenza n. 13107 del 27 marzo 2008

ECLI:IT:CASS:2008:13107PEN

Massima

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Il reato di minaccia di cui all'art. 612 c.p. è integrato anche in assenza di parole intimidatorie o gesti espliciti, quando il comportamento dell'agente sia univocamente idoneo a ingenerare timore e turbare o diminuire la libertà psichica della persona offesa. Tuttavia, il giudice deve dare conto della valutazione operata sulla condotta ritenuta minacciosa, in mancanza di esplicito riferimento a un male futuro minacciato la cui verificazione dipenda dalla volontà dell'agente. Inoltre, il giudice è tenuto a motivare adeguatamente la pena inflitta, anche in assenza di concessione di attenuanti generiche e in presenza di circostanze aggravanti, al fine di consentire il controllo sulla correttezza dell'esercizio del potere discrezionale nella determinazione della sanzione. Il mancato rispetto di tali principi comporta l'annullamento della sentenza con rinvio per nuovo esame.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. NARDI Domenico - Presidente

Dott. CALABRESE Renato Luigi - Consigliere

Dott. MARASCA Gennaro - Consigliere

Dott. SAVANI Piero - Consigliere

Dott. DIDONE Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) TE. MA. , N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 29/09/2006 GIUDICE DI PACE di SORA;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dr. DIDONE ANTONIO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dr. Izzo Gioacchino, che ha concluso per l'inammissibilita'.

MOTIVI DELLA DECISIONE

Te. Ma. ricorre per Cassazione contro la sentenza del Giudi…

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