Il sequestro probatorio è uno strumento di natura cautelare finalizzato all'acquisizione di fonti di prova, la cui legittimità è valutata dal giudice del riesame con riferimento alla sussistenza del "fumus commissi delicti", ovvero alla plausibilità dell'ipotesi accusatoria, senza che sia necessario un giudizio di merito sulla fondatezza dell'accusa. In tale sede, il giudice deve tenere conto non solo delle prospettazioni del pubblico ministero, ma anche delle deduzioni difensive, purché queste ultime siano di immediata evidenza e oggettivamente determinanti in relazione al "fumus". Pertanto, il provvedimento di convalida del sequestro probatorio è legittimo quando il giudice, pur esaminando analiticamente le argomentazioni della difesa, ritenga comunque sussistente il "fumus" del reato ipotizzato, in base agli elementi rappresentati dall'accusa e non inficiati in modo decisivo dalle contestazioni della difesa. Il giudice del riesame, inoltre, non è tenuto a valutare questioni relative a provvedimenti o attività precedenti all'esecuzione del sequestro, come la comunicazione di operazione sospetta ai sensi del d.lgs. n. 231/2007, poiché il suo sindacato è limitato alla legittimità del sequestro probatorio in sé considerato.