Tribunale Amministrativo Regionale Lombardia - Milano sentenza n. 926 del 2020

ECLI:IT:TARMI:2020:926SENT

Massima

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Il diritto di edificare inerisce alla proprietà dei suoli nei limiti stabiliti dalla legge e dagli strumenti urbanistici, tra i quali quelli diretti a regolare la densità di edificazione ed espressi negli indici di fabbricabilità. Il diritto di edificare, pertanto, è conformato anche da tali indici, di modo che ogni area non è idonea ad esprimere una cubatura maggiore di quella consentita dalla legge e dallo strumento urbanistico. Il disegno urbanistico espresso da uno strumento di pianificazione generale costituisce estrinsecazione del potere pianificatorio connotato da ampia discrezionalità, che rispecchia non soltanto scelte strettamente inerenti all'organizzazione edilizia del territorio, bensì afferenti anche al più vasto e comprensivo quadro delle possibili opzioni inerenti al suo sviluppo socio-economico. L'ampia discrezionalità di cui dispone l'Amministrazione nella pianificazione implica che le scelte di pianificazione sono soggette al sindacato di legittimità del giudice amministrativo solo nei limiti della verifica della loro manifesta irragionevolezza, illogicità ovvero arbitrarietà e senza poter procedere ad un esame del merito della scelta pianificatoria. La valutazione dell'idoneità delle aree a soddisfare specifici interessi urbanistici rientra nell'esercizio del potere discrezionale dell'amministrazione, rispetto al quale, a meno che non siano riscontrabili errori di fatto o abnormi illogicità, non è neppure configurabile il vizio di eccesso di potere per disparità di trattamento basata sulla comparazione con la destinazione impressa agli immobili adiacenti. Non è sufficiente affermare che i compendi sono contermini per sostenere che vi è una disparità di trattamento, perché altrimenti si finirebbe per negare la stessa possibilità di pianificare diverse funzioni, ma occorre dimostrare l'identità della situazione di fatto, che non può desumersi dal solo fatto che nel piano adottato la disciplina prevista era identica.

Sentenza completa

Pubblicato il 25/05/2020

N. 00926/2020 REG.PROV.COLL.

N. 01643/2012 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Lombardia

(Sezione Seconda)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 1643 del 2012, proposto da
Sipcam Oxon S.p.A., in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentata e difesa dall'avvocato ((omissis)), con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia;

contro

Comune di Pero, in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentato e difeso dagli avvocati ((omissis)), ((omissis))à, con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia e in Milano, c.so ((omissis)) 28;

nei confronti

Provincia di Milano, Regione Lombardia non costituiti in giudizio;

per l'annullamento

del nuovo Piano di Gove…

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