Il reato di esercizio abusivo di attività organizzata per l'accettazione e la raccolta di scommesse sportive per conto di un "bookmaker" straniero si configura anche quando il soggetto, pur non gestendo direttamente l'attività, collabori ad essa fornendo servizi di vario genere, come rappresentare in Italia il "bookmaker" straniero, fornire indicazioni sulle quote, sui moduli necessari per trasmettere le scommesse all'estero, sulle modalità per aprire conti correnti all'estero, in assenza della concessione, autorizzazione o licenza previste dalla normativa nazionale. Tale normativa, che impone il rilascio di un numero limitato di concessioni e licenze di pubblica sicurezza per lo svolgimento di tale attività, non è di per sé contrastante con i principi di libertà di stabilimento e di prestazione dei servizi sanciti dagli articoli 43 e 49 del Trattato CE, spettando tuttavia al giudice nazionale verificare, alla luce delle concrete modalità applicative, se essa risponda realmente a obiettivi di ordine pubblico e se le restrizioni imposte siano proporzionate rispetto a tali obiettivi. Pertanto, l'attività organizzata al fine di accettare o raccogliere scommesse di qualsiasi genere, anche mediante comunicazioni telematiche, integra il reato di cui all'art. 4 della Legge n. 401 del 1989 in assenza della prescritta concessione, autorizzazione o licenza, non essendo sufficiente l'ottenimento dell'autorizzazione per l'uso di tali mezzi di comunicazione.