Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 10908 del 15 ottobre 1986
ECLI:IT:CASS:1986:10908PEN
Massima
Massima ufficiale
Ai fini della configurabilità del delitto di interesse privato in atti di ufficio non basta avere un interesse nell'atto, né ad integrare il reato è sufficiente la mera violazione dell'obbligo di astensione previsto per i pubblici amministratori dall'art. 290 del T.U. 4 febbraio 1915 n. 148 della legge comunale e provinciale, ma occorre che il pubblico ufficiale, strumentalizzando l'ufficio per i suoi fini, prenda nell'atto un interesse privato, ossia inserisca una prospettiva di privata utilità nel procedimento di formazione dell'atto della pubblica amministrazione, alterandone la fisionomia.Ciò avviene nel caso del sindaco di un comune, il quale partecipi alla formazione del parere favorevole al rilascio di una licenza di costruzione al suo nome, concedendola poi e sottoscrivendola egli stesso, giacché in tal modo criteri di scelta soggettivamente finalizzati ad un interesse proprio vengono inseriti nell'ambito di quella valutazione comparativa d'interessi ed esigenze pubbliche che la legge affida al sindaco in materia di attività edilizia.
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